Basilica Palladiana a Vicenza. E adesso?

Dal 2007 al 2012 la Basilica Palladiana di Vicenza è stata oggetto di un profondo restauro che ha restituito alla città non solo il suo monumento simbolo, ma anche un contenitore dalle potenzialità non ancora del tutto esplorate. Se in questi primi anni la restituzione ai vicentini del loro monumento principe è stata celebrata con un ciclo di tre mostre (più altri eventi minori) magari non sempre inappuntabili sotto il profilo artistico ma dall’evidente ritorno in termini di affluenza di pubblico, ora che l’esperienza goldiniana, sostenuta dai cospicui contributi economici della fondazione Cariverona, è giunta al termine vale la pena interrogarsi su quale debba essere il ruolo della Basilica nel contesto culturale, turistico ed urbanistico della città.

Perchè è indiscutibile che, ora che non è più possibile attingere ai contributi della Fondazione, l’attività espositiva dovrebbe sostenersi con le proprie forze; ed è altrettanto evidente che le esperienze nell’allestimento di mostre non supportate da investimenti importanti maturate negli ultimi tre anni, con la piacevole eccezione di “Illustri”, non abbiano riscosso un successo di pubblico tale da poter garantire quella continuità di utilizzo della Basilica che è lecito aspettarsi per il ruolo che gioca all’interno del centro storico di Vicenza e per l’importante investimento che ne ha consentito il restauro.

Quindi che fare? Quale futuro è auspicabile per la Basilica? Io un idea ce l’ho, e la propongo senza presumere di aver scoperto alcunchè, con l’auspicio però che su quest’idea si possa aprire un dibattito costruttivo senza che venga liquidata frettolosamente come “irrealizzabile” solo perchè non proviene dagli ambienti istituzionali deputati alla progettualità a favore della città. Fare della Basilica la sede dell’istituzione simbolo della cultura a Vicenza, la Biblioteca Bertoliana!

Questa ipotesi ritengo si fondi solidamente su tre punti: utilizzo, valorizzazione ed economicità.

Utilizzo perchè insediando in Basilica la Biblioteca Bertoliana, utilizzando il salone come sala lettura principale e gli attigui uffici comunali come spazi riservati all’archiviazione, agli uffici ed alle sale complementari, il centro storico cittadino si popolerebbe tutto l’anno per almeno sei giorni su sette, beneficiando di una vitalità quanto mai necessaria i cui effetti positivi ricadrebbero anche sulle attività commerciali.

Valorizzazione perchè il risultato che ne scaturirebbe ritengo sarebbe di sicuro valore estetico e funzionale; a questo proposito è quantomai pertinente il paragone con la National Public Library di New York, un edificio in stile palladiano situato nella Grande Mela che ha molte caratteristiche in comune con la nostra Basilica.

Infine economicità, perchè l’intervento richiederebbe probabilmente qualche modesto intervento di adeguamento edilizio ed impiantistico degli attuali uffici comunali, mentre sicuramente importante sarebbe l’impegno economico per trasloco ed arredi. Ma il quadro attuale, in cui la carenza di spazi della biblioteca viene soddisfatta di fatto cancellando una scuola dal centro storico ed in cui per i nuovi uffici comunali nell’area ex Domenichelli si parla di una spesa di 25 milioni di euro non mi sembra rappresenti una soluzione “economica”. Mentre il trasferimento della Bertoliana in Basilica lascerebbe disponibili per gli uffici comunali gli spazi di palazzo S.Giacomo, palazzo Cordellina e palazzo Costantini, tutti gravitanti in contrà Riale e tutti facilmente accessibili vista anche la presenza nelle immediate vicinanze del parcheggio Fogazzaro.

Che dire, basteranno queste poche righe a solleticare la curiosità dei nostri amministratori non dico per sposare quest’idea, ma almeno per sviluppare un serio approfondimento? Ai posteri l’ardua sentenza…